Attenzione alla Carne di Pollo Lidl: Allarme Batteri Resistenti
“Pensiamo noi a selezionare i migliori produttori ed a garantire i controlli su tutta la filiera. Così voi siete sicuri della bontà che portate in tavola ogni giorno.” Così recitava lo spot pubblicitario di Lidl sulla loro carne. Una carne che oggi sappiamo essere dal sapore batterico.
Essere Animali, insieme ad altre organizzazioni europee, ha incaricato un laboratorio di ricerca indipendente di eseguire analisi microbiologiche su carne di pollo proveniente da negozi Lidl in Germania, Italia, Polonia, Regno Unito e Spagna.
I dati sui campioni analizzati in Italia:
• 54% dei campioni contaminati da Listeria
• 46% delle confezioni contaminate da Salmonella
• 75% dei campioni contaminati da Escherichia coli
• 50% contaminati da Enterococchi
• 46% dei campioni contaminati da ESBL (un enzima che conferisce resistenza agli antibiotici)
• 33% contaminati da batteri multiresistenti a 3 delle 4 classi di antibiotici testati
Questi risultati mostrano che quasi un campione su due contiene batteri resistenti agli antibiotici, oltre ad altri agenti patogeni.
Per contrarre infezioni di origine animale come la Salmonella, non è necessario consumare la carne, ma è sufficiente maneggiarla. Prima della cottura, la carne entra spesso in contatto con una varietà di superfici e utensili (come le mani di chi la prepara, taglieri, piatti, coltelli, ecc.), che possono diventare a loro volta potenziali vettori di trasmissione. Le possibili infezioni di questi batteri diventano ancora più preoccupanti quando questi portano con sé geni in grado di conferire loro resistenza agli antibiotici.
I consumatori stanno acquisendo sempre più consapevolezza sull’importanza di portare in tavola cibi sani, e la risposte della grande distribuzione sono pubblicità ingannevoli e promesse non mantenute.
Essere Animali, insieme ad altre organizzazioni europee, ha incaricato un laboratorio di ricerca indipendente di eseguire analisi microbiologiche su carne di pollo proveniente da negozi Lidl in Germania, Italia, Polonia, Regno Unito e Spagna.
I dati sui campioni analizzati in Italia:
• 54% dei campioni contaminati da Listeria
• 46% delle confezioni contaminate da Salmonella
• 75% dei campioni contaminati da Escherichia coli
• 50% contaminati da Enterococchi
• 46% dei campioni contaminati da ESBL (un enzima che conferisce resistenza agli antibiotici)
• 33% contaminati da batteri multiresistenti a 3 delle 4 classi di antibiotici testati
Questi risultati mostrano che quasi un campione su due contiene batteri resistenti agli antibiotici, oltre ad altri agenti patogeni.
Per contrarre infezioni di origine animale come la Salmonella, non è necessario consumare la carne, ma è sufficiente maneggiarla. Prima della cottura, la carne entra spesso in contatto con una varietà di superfici e utensili (come le mani di chi la prepara, taglieri, piatti, coltelli, ecc.), che possono diventare a loro volta potenziali vettori di trasmissione. Le possibili infezioni di questi batteri diventano ancora più preoccupanti quando questi portano con sé geni in grado di conferire loro resistenza agli antibiotici.
I consumatori stanno acquisendo sempre più consapevolezza sull’importanza di portare in tavola cibi sani, e la risposte della grande distribuzione sono pubblicità ingannevoli e promesse non mantenute.